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Come si cambia: l’abbattitore

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Come reagite se un giorno la vostra dolce metà, la stessa con la quale condividete casa e cucina, vi guarda negli occhi e vi dice: “Cara, c’è una cosa della quale proprio non posso fare più a meno”. E voi, piene di amore e riconoscenza, correte con la fantasia e  immaginate che stia per dirvi qualcosa di meraviglioso …e lui è lì che vi guarda con i suoi occhioni e le sue labbra – come per incanto – vi sussurrano la parola magica “…tore”. Voi scuotete la testa. Forse non avete capito bene! Ma stavolta il suono è netto, preciso “…tesoro, l’abbattitore, davvero non se ne può fare più a meno”. Eh già, l’abbattitore, come ho fatto a non pensarci prima?! E dire che c’erano già tutti i segnali, frasi buttate lì con cadenza periodica a ricordare che se avessimo l’abbattitore la vita sarebbe molto più facile e risolveremmo un sacco di problemi. Considerazioni sull’efficacia di questo utilissimo strumento e chiose tristi tipo “peccato che vendano solo quelli professionali che sono iper costosi”. PECCATO?!, Per fortuna, pensavo io! E dove lo metto un abbattitore del genere? L’unico posto sarebbe in salotto, tra il divano e la tv: una chiccheria!

Un paio di giorni fa, quando si dice che qualcuno o qualcosa ci mette lo zampino, vengo invitata alla presentazione di un abbattitore – diciamo così – domestico. Quasi non riesco a crederci perché questo invito significa che IP non deve essere totalmente folle a volere un abbattitore in casa perché se già c’è un’azienda che lo produce evidentemente esiste un mercato e dunque non è l’unico a desiderare follemente questo oggetto. Certo è che il concetto di cucina domestica sta proprio cambiando e va verso un livello di specializzazione che solo pochi anni fa era ad esclusivo appannaggio degli specialisti del settore. Il mio uomo è troppo avanti, penso quasi con un impeto d’orgoglio!

Decido così di affrontare il toro per le corna, perché il nemico bisogna conoscerlo per combatterlo, e vado alla presentazione di Fresco (così si chiama questo abbattitore). Prima di andare oltre, è necessario fare una precisazione: tutto quello che trovate scritto in questo blog, nel bene o nel male è solo relativo a qualcosa che ci colpisce o ci appassiona. Non ci sono pubblicità, né occulte né palesi. Non riceviamo compensi in denaro o natura per alcun prodotto di cui raccontiamo.

La prima cosa che vedo è una sorta di forno a microonde, un po’ più grande a dire il vero. Io mi aspettavo un grosso pezzo di ferraglia e invece vedo una specie di fornetto bianco e nero, discreto ed anche abbastanza elegante. Ok, un punto a suo favore.

Cerco di capirne di più e faccio quattro chiacchiere con Andrea Pollicini, direttore commerciale di Fresco della Irinox spa. Mi spiega che è un prodotto assolutamente innovativo, il primo ad essere lanciato sul mercato per uso domestico e non solo abbatte, ma anche cuoce a bassa temperatura, una sorta di trait d’union tra cottura e conservazione. Mi spiega che l’azienda ha scelto la vendita diretta per contenere i costi e poi elenca tutte e sette le funzioni di Fresco: abbattitore, surgelatore rapido, scongelamento controllato, raffreddamento bevande, cottura lenta a bassa temperatura, lievitazione naturale e piatto pronto (ovvero lo programmi perché scongeli e riscaldi in modo da trovare il piatto caldo per un’ora precisa). Il tutto per mileetrecentocinquantaeuro. E chi glielo dice ad IP che questo aggeggio fa tutte queste cose?! E chi glielo dice che costa tanto? Sento le mie difese cedere piano piano. Due punti per l’abbattitore.

Alla chiacchierata segue dimostrazione pratica con lezione di cucina del maestro Pietro Pupillo, convinto sostenitore delle virtù di Fresco, anche in ragione di una cucina più sana e naturale. Assaggiamo una orata cotta per un’oretta a 75 gradi e non c’è che dire: morbida e succosa. Poi è la volta del roast beef cotto 55 gradi, poi lo sfincione, il gelo di anguria, la crema alla soia e al cioccolato, i ghiaccioli di frutta fresca… tutto realizzato con continui abbattimenti di temperatura per velocizzare i passaggi e garantire una migliore conservazione del cibo cotto.

Mentre passano sotto il mio naso tutti questi assaggi penso che quella che mi era sembrata una specie di follia, forse, tutto sommato, non lo è poi tanto. Penso a quanti dolci a strati potrei fare in un nientesimo di tempo rispetto a quello che mi serve adesso  per fare raffreddare ogni singola parte. Rifletto su quello che ci raccontano, sulle qualità del cibo cotto, abbattuto e poi conservato, molto più sano di quello cotto e congelato nei freezer di casa. Penso che si sta insinuando, subdola, l’idea che avere questo strumento a casa sia INDISPENSABILE! Che mi piacerebbe proprio poterlo provarle per – diciamo – sei mesi? Troverei persino dove metterlo, con un po’ di impegno. E poi potrei decidere con serenità se averlo è davvero questa meraviglia che ci raccontano.

Torno a casa da quel pover’uomo che solo poche ore prima era stato accusato ingiustamente di follia pura, con la consapevolezza che il nemico, se lo conosci, magari ti conquista anche!

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